DUCA DI SALAPARUTA
SFIDA ENOICA
La nostra è una sfida che nasce 200 anni fa.
Un viaggio sentimentale fatto di territorio, persone e visione.
Una storia vera, di continuità enoica, mossa dal sogno e dall’ambizione di trasformare quella che era una tradizione contadina rurale in un modello imprenditoriale, simbolo di una
Sicilia vinicola onesta e sana, che ancora oggi perdura.
È una sfida passata da mano in mano, un sentimento che ha resistito ai cambiamenti e al tempo. Un senso di appartenenza a una storia nobile, avvincente e seducente
che vive e si tramanda con la stessa sete di chi ne ha dato origine.
Una storia di riscatto fatta di persone che hanno segnato il percorso di questo grande progetto enoico che dura da 200 anni.
I PERSONAGGI
Alcune delle personalità più significative degli ultimi 200 anni e gli eventi chiave che hanno contributo alla storia di Duca di Salaparuta.
LA SFIDA DELLA FAMIGLIA ALLIATA
GIUSEPPE ALLIATA DI VILLAFRANCA & IL DUCA
EDOARDO DI SALAPARUTA
“Ogni mattina, all’alba, nasce la Sicilia. Nasce col sole e coi colori”, scriveva Tony Maraini Alliata. E una mattina, in mezzo a quel sole e a quei colori, dal desiderio di vinificare in proprio le uve provenienti dai suoi possedimenti a Casteldaccia, nasce il sogno di Giuseppe Alliata di Villafranca, Duca di Salaparuta, ribelle uomo del 700, che si sporca le mani di terra decidendo di produrre un vino siciliano elegante e innovativo, che possa competere con il modello enologico francese dell’epoca. Era il 1824 e iniziava così una delle prime pagine della storia enologica siciliana.
Un sentimento di passione che resiste anche alla fillossera grazie alla visone del Duca Edoardo, che di ritorno dalla Francia portò con sé le barbatelle americane preparando il territorio all’arrivo del temuto parassita. Anni dopo, mentre in tutta Italia la fillossera distruggeva i vigneti, nella contrada Corvo e dintorni il paesaggio si colorava di verde, con una distesa di viti in piena produzione.
LA SFIDA DELLA FAMIGLIA ALLIATA
DUCA ENRICO & TOPAZIA ALLIATA
Dopo un secolo, ai primi nel ‘900, la sete imprenditoriale della famiglia Alliata raggiunge il culmine con il Duca Enrico, visionario equilibrista dell'anima che porta avanti il sogno enoico del nonno Edoardo, aggiungendo sempre nuovi prodotti ed etichette. La sua visione innovativa varca i confini della Sicilia riscuotendo successo a livello internazionale, da Roma a New York, con premi e riconoscimenti di prestigio.
Una sete che eredita anche Topazia, figlia di Enrico Duca di Salaparuta, moglie di Fosco Maraini e madre di Dacia. Genio ribelle, tra arte e orgoglio, Topazia è simbolo di un’emancipazione imprenditoriale femminile negli anni duri della mafia rurale. È la testimonianza di questo profondo sentimento ambizioso fatto di coraggio, audacia e proiezione verso il futuro, che ha consentito al progetto enoico di Duca di Salaparuta di vivere e continuare nel tempo. A lei si deve la nascita di Colomba Platino, uno dei grandi classici tra i più noti vini siciliani, che dopo 50 anni di storia conserva intatto tutto il fascino di un bianco intramontabile.
"UNA DELLE SCOMMESSE PIU' IMPORTANTI DELLA MIA VITA"
FRANCO GIACOSA
La sfida enoica di Duca di Salaparuta continua quando Topazia, ultima erede della famiglia Alliata a gestire l’azienda, ha l’intuizione di cedere l’attività a chi poteva garantirne il futuro: la Sicilia, intesa come Regione e non solo come terra, decide di sposare il progetto imprenditoriale, raccogliendo i frutti di un nobile lavoro e investendo risorse per piantumare nuove radici.
Sono gli anni in cui il sogno passa nelle mani di un altro uomo che ha creduto nella Sicilia del vino di Duca di Salaparuta: Franco Giacosa dà vita al Duca Enrico, da lui stesso definito “Una delle scommesse più importanti della mia vita”. Sono passati 160 anni dalla mattina in cui Giuseppe Alliata iniziò a scrivere il primo capitolo di questa avvincente storia di vino, terra e persone, quando nel 1984, con Giacosa, Duca di Salaparuta vinifica per la prima volta il Nero d’Avola in purezza e inaugura una nuova era dell’enologia siciliana.
I COLORI DELLA SFIDA ENOICA
A Franco Giacosa e al Duca Enrico si deve la scoperta e la rivalutazione del Nero d’Avola, oggi vitigno principe della Sicilia, utilizzato fino a quel momento esclusivamente come vino da taglio. Duca di Salaparuta si colora di un azzurro unico ed elegante che ancora oggi lo distingue nel panorama vitivinicolo. Trascorrono tre anni e la passione per il progetto continua con Bianca di Valguarnera, l’autoctono bianco da uve di Insolia in purezza, che da 36 anni si riconosce per struttura, eleganza e longevità. Un nuovo colore, tenue, delicato e femminile, si aggiunge alla Sicilia del vino, quello che oggi caratterizza un’altra parte della nostra anima enoica.
LA SCOMMESSA DI ILLVA SARONNO
AUGUSTO REINA
Alle porte del terzo millennio, il sentimento non si arresta, anzi si evolve e si rafforza, quando nuove sfide coinvolgono l’azienda. È il 2001 quando lo spirito imprenditoriale di Duca di Salaparuta passa nelle mani di chi continua, ancora una volta, a credere nel sogno. È Augusto Reina, imprenditore fondatore della Illva Saronno, che rileva l’azienda e acquista i territori di produzione segnando un cambio di passo decisivo per il futuro di quella che oggi è un’impresa enologica di successo.
LA SCOMMESSA DELL'ETNA
Dalla Tenuta di Vajasindi sull’Etna, a seguito della grande attenzione dedicata ai vitigni internazionali francesi degli anni ’90, quando i suoli vulcanici non avevano ancora riscosso il grande successo odierno, la sete di innovazione e sperimentazione porta a una nuova scommessa enologica, la coltivazione del Pinot Nero alle pendici dell’Etna. Nasce così Nawari, il terzo vino Icona di Duca di Salaparuta che continua a colorarsi di ambizione.
LA SFIDA DELLA FAMIGLIA ALLIATA
GIUSEPPE ALLIATA DI VILLAFRANCA & IL DUCA
EDOARDO DI SALAPARUTA
“Ogni mattina, all’alba, nasce la Sicilia. Nasce col sole e coi colori”, scriveva Tony Maraini Alliata. E una mattina, in mezzo a quel sole e a quei colori, dal desiderio di vinificare in proprio le uve provenienti dai suoi possedimenti a Casteldaccia, nasce il sogno di Giuseppe Alliata di Villafranca, Duca di Salaparuta, ribelle uomo del 700, che si sporca le mani di terra decidendo di produrre un vino siciliano elegante e innovativo, che possa competere con il modello enologico francese dell’epoca. Era il 1824 e iniziava così una delle prime pagine della storia enologica siciliana.
Un sentimento di passione che resiste anche alla fillossera grazie alla visone del Duca Edoardo, che di ritorno dalla Francia portò con sé le barbatelle americane preparando il territorio all’arrivo del temuto parassita. Anni dopo, mentre in tutta Italia la fillossera distruggeva i vigneti, nella contrada Corvo e dintorni il paesaggio si colorava di verde, con una distesa di viti in piena produzione.
LA SFIDA DELLA FAMIGLIA ALLIATA
DUCA ENRICO & TOPAZIA ALLIATA
Dopo un secolo, ai primi nel ‘900, la sete imprenditoriale della famiglia Alliata raggiunge il culmine con il Duca Enrico, visionario equilibrista dell'anima che porta avanti il sogno enoico del nonno Edoardo, aggiungendo sempre nuovi prodotti ed etichette. La sua visione innovativa varca i confini della Sicilia riscuotendo successo a livello internazionale, da Roma a New York, con premi e riconoscimenti di prestigio.
Una sete che eredita anche Topazia, figlia di Enrico Duca di Salaparuta, moglie di Fosco Maraini e madre di Dacia. Genio ribelle, tra arte e orgoglio, Topazia è simbolo di un’emancipazione imprenditoriale femminile negli anni duri della mafia rurale. È la testimonianza di questo profondo sentimento ambizioso fatto di coraggio, audacia e proiezione verso il futuro, che ha consentito al progetto enoico di Duca di Salaparuta di vivere e continuare nel tempo. A lei si deve la nascita di Colomba Platino, uno dei grandi classici tra i più noti vini siciliani, che dopo 50 anni di storia conserva intatto tutto il fascino di un bianco intramontabile.
"UNA DELLE SCOMMESSE PIU' IMPORTANTI DELLA MIA VITA"
FRANCO GIACOSA
La sfida enoica di Duca di Salaparuta continua quando Topazia, ultima erede della famiglia Alliata a gestire l’azienda, ha l’intuizione di cedere l’attività a chi poteva garantirne il futuro: la Sicilia, intesa come Regione e non solo come terra, decide di sposare il progetto imprenditoriale, raccogliendo i frutti di un nobile lavoro e investendo risorse per piantumare nuove radici. Sono gli anni in cui il sogno passa nelle mani di un altro uomo che ha creduto nella Sicilia del vino di Duca di Salaparuta: Franco Giacosa dà vita al Duca Enrico, da lui stesso definito “Una delle scommesse più importanti della mia vita”. Sono passati 160 anni dalla mattina in cui Giuseppe Alliata iniziò a scrivere il primo capitolo di questa avvincente storia di vino, terra e persone, quando nel 1984, con Giacosa, Duca di Salaparuta vinifica per la prima volta il Nero d’Avola in purezza e inaugura una nuova era dell’enologia siciliana.
IL FUTURO
LA SFIDA PROTESA VERSO IL FUTURO
I vini Duca di Salaparuta rappresentano oggi l’anima di una Sicilia ribelle,
coraggiosa e visionaria. Una Sicilia dal carattere autoctono, nella sua massima
espressività del Nero D’Avola e dell’Insolia, ma di fama internazionale, nel suo esercizio di eclettica eleganza del Pinot noir.
Duca Di Salaparuta è un volo temporale di continuità enoica che ha permesso di attraversare due secoli, cogliendone le sfumature e i cambiamenti, pur mantenendo intatta la nobile personalità dei vini, che nel calice si mostrano intensamente siciliani e autentici.
Duca di Salaparuta oggi ha una grande famiglia fatta di uomini e donne che continuano a credere in quel sogno portando avanti il progetto enoico con la stessa sete di chi ha scelto di dare un’impronta decisiva all’enologia siciliana.
LA STORIA
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